Si sa, nel rap non basta essere bravi…bisogna dimostrare di essere i più forti! Si tratta di un genere che mette al centro l’appartenenza al proprio quartiere e la lotta per il riscatto sociale. La musica rap è cruda, sporca, aggressiva, e mira a raccontare e denunciare le difficoltà della vita e la fatica che costa emergere. È quindi normale che, tra rapper, insorgano delle rivalità. Le faide tra rapper possono avere i più svariati risvolti, purtroppo spesso anche violenti. Tuttavia, il modo più noto di affrontarsi è usando l’essenza stessa di questa musica…le rime. È da qui che nasce la pratica del dissing. Si tratta di uno scontro in cui due artisti si sfidano a suon di versi, attaccando l’avversario sui propri punti deboli. L’obbiettivo è sminuirne la credibilità e lo status, dimostrando di essere il più forte.
La storia del rap è piena di beef leggendari. Leggendario è quello tra Tupac Shakur vs The Notorius B.I.G., rivalità particolarmente intensa nata a partire dal 1994 e conclusasi nel 96 con la morte di Tupac. Più recente è la faida tra Kendrick Lamar e Drake (2024). Parliamo quindi di scontri in cui gli artisti chiamati in causa si sono affrontati insultando spesso in maniera pesante il rivale.
La storia del dissing in Italia
Non mancano casi di dissing anche nella scena rap italiana. Iconico è lo scontro che ha visto Fabri Fibra da un lato e Vacca dall’altro nell’ormai lontano 2014. I due rapper, da amici e compagni in diversi tour, si sono trasformati in rivali, esibendosi in uno dei duelli di rime più accesi della storia del rap game italiano. In tempi più recenti si è svolta invece la sfida tra Luché e Salmo, vero e proprio simbolo dell’estate del 2023.
Tra i due c’era già stata anni fa una discussione tramite post e storie Instagram. Luchè accusò Salmo e la sua crew, la Machete Crew, di aver copiato il beat del suo singolo Je Ce Credevo per la realizzazione del brano Marylean, contenuto nel Machete Mixtape vol.4. A questa accusa, Salmo rispose sempre con una storia Instagram in cui attaccava il collega, criticando in particolar modo le sue performance live e affermando di disprezzarlo come artista. A quest’ultima critica, Luché rispose con un’ulteriore storia in cui sosteneva di avere dei messaggi di stima e di apprezzamento del rivale registrati sul suo “telefono inglese“.
La rivalità vera e propria tra i due è cominciata anni dopo (2023). Il rapper sardo, ospite al format di Red Bull Red Bull 64 Bars, ha provocato il rapper napoletano riprendendo con una barra proprio la vicenda del “telefono inglese”. La risposta del rapper di Marianella non si è fatta attendere, e da lì si è generato un botta e risposta che ha intrattenuto i fan dei due cantanti per tutta l’estate. Ed è forse proprio dalla componente intrattenente che deriva uno dei problemi legati all’uso che si fa di questa pratica.
Quando il dissing si fa notizia: il beef come marketing
Da che mondo è mondo, le rivalità e le liti attirano l’interesse della gente. Il dissing stuzzica la curiosità degli ascoltatori, che seguono attentamente la vicenda per scoprire chi dei due artisti coinvolti uscirà vincitore. Inoltre, non è raro che nella disputa musicale i due rapper scelgano di portare alla luce fatti nascosti e privati della controparte. Si dà così vita a un’enorme quantità di pettegolezzi e scandali, che stuzzicano ulteriormente la curiosità pubblica.
Questo, nell’era dei social, degli scoop e della ricerca del click e dello streaming, porta spesso a fare del dissing una questione di gossip o, in altri casi, di marketing. Ciò ha come conseguenza il fatto che passi in secondo piano quello che invece dovrebbe essere il centro della carriera di un artista…la musica.
Il caso Fedez-Tony Effe
Un esempio è il recente dissing tra Fedez, Niky Savage e Tony Effe. Più volte, nel corso di varie interviste, l’ormai ex marito di Chiara Ferragni ha mandato frecciatine al trapper romano. Anche in questo caso, la risposta è arrivata nel format di Red Bull. Con un 64 Bars, Tony ha attaccato apertamente sia lui che Savage. Nel brano, ha raccontato di come Fedez avesse inizialmente chiesto a lui una collaborazione da lui rifiutata e di come, quindi, si sia trovato a ripiegare su quella che Tony Effe ha definito “la sua brutta copia”.
Dopo poche ore i due rapper hanno risposto con due brani, Bufu Freestyle di Savage e L’Infanzia DIfficile di un Benestante di Fedez. A questi è seguito il singolo di Tony Chiara, in cui a essere preso di mira era principalmente il rapper di origini milanesi. Sulla propria pagina Instagram, Fedez sembra poi controbattere con quella che sarebbe dovuta essere l’anticipazione della sua risposta, invitando il pubblico a preordinare il singolo Allucinazione Collettiva. Risultato? Chi si aspettava di ascoltare il brano che avrebbe messo fine al dissing tra i due…si è ritrovato ad ascoltare una canzone d’amore dedicata alla sua ex moglie. Ciò ha ovviamente infastidito gli amanti del rap, che si sono sentiti presi in giro: l’arte del dissing ridotta a una trovata di marketing per sponsorizzare un singolo.
Quando il dissing si fa notizia: il beef come scoop
Non mancano poi casi in cui siano invece le pagine web a ipotizzare fantomatici beef tra rapper, sfruttando la curiosità che questa pratica suscita. L’esempio di questi giorni è dato dal presunto dissing tra i rapper Ernia e Lazza. La traccia incriminata in questo caso sarebbe Fellini, brano contenuto nell’ultimo lavoro in studio del rapper di Bonola Per Soldi e Per Amore.
Il brano in questione contiene una barra che cita: “più che il disco dell’anno, il tuo sembra il disco degli altri“. Sui social sono impazzati vari post che sostenevano che questa fosse una frecciata rivolta a Lazza. In un suo celebre brano, Senza Rumore, il rapper dice “Quando mi dicono è il disco dell’anno, dirò che il disco degli anni“. Molti hanno interpretato quindi la barra di Ernia come una scimmiottatura del verso in questione. A smentire il tutto sono intervenuti gli stessi artisti tramite le proprie storie Instagram, invitando gli ascoltatori a concentrarsi più sulla musica e meno sul chiacchiericcio.
Arte o gossip?
Sembra opportuno a questo punto interrogarsi su come i social e i gossip abbiano influenzato il modo in cui un fan fruisce di un prodotto artistico. Al giorno d’oggi lo scandalo del momento sembra assumere sempre più importanza rispetto alla musica. Ci si chiede sempre più “Di chi parla?” e non “Di cosa parla?” “L’artista cosa sta cercando di trasmettermi, di comunicarmi?”. Siamo forse così avidi di notizie e di rumors che l’artisticità della musica passa in secondo piano? Siamo forse così dipendenti dalla dopamina e dagli stimoli che godersi un prodotto musicale in tranquillità, cercando di coglierne il concetto alla base e la cultura che vi si nasconde dietro, sembra ormai una cosa per pochi? Forse, dovremmo smetterla di cercare di saziare la nostra fame di gossip. Forse, dovremmo ricordarci che la musica non è cronaca, ma arte, e che va rispettata in quanto tale.
di Carmine De Rosa
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