Eric

Mi chiamo Eric Garletti, ma non iniziamo a complicare tutto, e teniamo solo “Eric”: pratico, veloce, riconoscibile. Son nato nel 2004, e ad oggi ho vent’anni. Fin da piccolo ho dimostrato una forte attrazione, e in seguito anche una buona propensione per la musica; ambito in cui gia da bambino ho tentato di cimentarmi inserendomi nel coro, prima ecclesiastico, in seguito scolastico. Da ragazzo, una volta alle scuole medie, ho deciso di partecipare alle selezioni per l’inserimento nella classe ad indirizzo musicale, superandole. Dispongo, quindi, di una conoscenza di base, triennale, del violoncello, con cui numerose volte mi sono esibito solista, accompagnato dal pianoforte, o con l’intera orchestra, quasi sempre come primo destro. Grazie alla simpatica del mio vecchio professore di storia della musica, ritengo anche di portarmi appresso un bagaglio culturale di musica classica, oltre varie nozioni di solfeggio e composizione non indifferenti. La vera passione è esplosa successivamente, e a 16 anni, nonostante l’età fosse già un po’ avanzata per certi aspetti, ho scelto di imparare le basi della chitarra, complice mio padre. Il suo inestinguibile fuoco ardente per le grandi band del secolo scorso e la spinta da lui trasmessami di provarci sono stati cruciali. Dopo un’adoloscenza influenzata dalle piu classiche musicalità hard rock, glam metal e country, mi sono riscoperto nelle sonorità punk rock e pop punk, da cui da anni ricevo un’energia così intensa e delle emozioni cosi profonde da riuscire a coltivare, anche se in modo saltuario e amatoriale, l’esercizione di tracce con voce e chitarra, nonostante prima la scuola, e poi il lavoro, continuino a predominare sulla mia giornata. Ho scelto di provare a intraprendere un periodo di serate dal vivo, iniziando ad esibirmi in piccoli locali e portando il progetto che da due anni a questa parte mi preme: realizzare cover, e successivamente inediti, con testi italiani e orecchiabili. La mia proposta è un genere dinamico e delle frasi comprensibili da ognuno: per permettere alle persone di muoversi liberamente e allo stesso tempo ascoltare senza ostacoli; per tentare di trasmettere le stesse sensazioni di inclusione ed empatia che mi hanno spinto ad abbracciare questo stile.