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Anche quest’anno lo Spotify Wrapped non si è fatto attendere

Come ogni anno Spotify ha rilasciato l’ormai tradizionale Wrapped, ossia il riassunto dell’anno.

Anno dopo anno la piattaforma musicale svedese ha creato hype riguardante questo format, portandolo quasi allo sfinimento.

Se qualche anno fa era un’assoluta novità infatti, oggi invece è un appuntamento fisso.

Siamo infatti passati dall’avere un riassunto approfondito dei propri ascolti ad avere solamente delle statistiche che si basano sui minuti di musica ascoltati.

Ora ho l’impressione che ciò che importa ad oggi agli utenti siano solo i minuti passati ad ascoltare e le top 5 degli artisti e dei brani più ascoltati.

Interessandosi solamente a questi aspetti meramente numerici, si toglie l’attenzione alla musica dal punto di vista artistico e si parla solamente, ancora una volta, dei numeri.

Da alcuni confronti con conoscenze mie ho notato che ormai la musica è diventata una gara a chi ascolta l’artista più alternativo del momento, a quanti momenti abbiamo passato con determinate canzoni e a chi ha ascoltato di più una canzone rispetto ad altre.

Ultime ma non meno importanti: le chart, che trovate riportate qui sotto, e le playlist di fine anno, che dovrebbero delineare ciò che la massa ascolta maggiormente, chiedendoci se anche noi abbiamo aiutato a far andare quegli artisti o dischi in queste classifiche e playlist.