Il ritorno del rap italiano
Dall’inizio dell’anno fino ad oggi sono stati rilasciati progetti importanti da parte dei pilastri del rap italiano: Jake La Furia, Fabri Fibra, Guè (con due dischi), Dj Shocca, Salmo, Luchè, Marracash, Dani Faiv.
SEMBRA, quindi, che il rap italiano sia tornato al centro dell’attenzione e sia rimasto tale, dopo anni di cambiamenti, di trend e di ere musicali brevi.
Ma è davvero così?
Lo stato del rap italiano oggi
Stando alle classifiche, il rap italiano è in ottimo stato di salute: tantissime copie vendute, milioni di streaming, visualizzazioni record e sold out ai concerti.
Guardando ai numeri, questo genere sta vivendo un grande fermento.
La nuova generazione: Players Club
Ogni anno nuovi emergenti sono pronti a sfondare la porta per accaparrarsi un posto tra le stelle del futuro.
C’è chi riesce più di altri, come ad esempio i Players Club del 2023 e del 2025.
I Players Club sono un gruppo ristretto di rapper selezionati dal producer Night Skinny, che ha creato tre anthem:
- “Players Club ’23 (Knights of the Posse)” con Nerissima Serpe, Artie 5ive, Tony Boy, Papa V, Low-Red, Digital Astro & Kid Yugi.
- Un secondo sequel più club e più catchy con gli stessi protagonisti.
- “Players Club ’25” con Glocky, RRARI DAL TACCO, Promessa, Latrelle, Ele A, Sayf, Melons & Faneto.
Grazie a queste posse track, Night Skinny ha dato un importante slancio alle carriere dei giovani artisti, portandoli velocemente nel radar del rap italiano e a collaborare già con alcuni big.
Vecchia scuola e nuova scuola
Si sta creando un legame forte tra la vecchia scuola e la nuova scuola del rap italiano, più solido rispetto al passato. Questo permette di valorizzare sia il mainstream che l’underground, ma anche di dare spazio a nuove zone sulla mappa del rap italiano, come la Puglia (con Rrari dal Tacco e Kid Yugi) e la Sardegna (con Low-Red e la Nuova Sardegna).
Allo stesso tempo, quest’anno ha visto il ritorno di grandi big come Guè, Jake La Furia, Salmo, Marracash, Luchè, Dj Shocca, Neffa, Big Fish, Shablo, Fabri Fibra e molti altri.
Un ritorno che ha segnato la rinascita di un suono classico del rap italiano, rinnovato e moderno.
Rap italiano e rap USA a confronto
L’obiettivo generale è creare una scena varia, capace di rispondere a ogni richiesta dell’ascoltatore, con più sottogeneri e sottoculture.
Questa cultura, però, non viene sempre valorizzata in Italia come avviene negli Stati Uniti, patria del rap e dell’hip hop.
In America, nello stesso periodo, sono usciti progetti di pesi massimi del rap USA, tra grandi ritorni, sequel e nuovi emergenti. Nonostante la concorrenza del country e della latin music, il rap continua a dominare.
La differenza più grande tra Italia e USA sta nel suono: nel rap americano convivono sottoculture diverse senza che nessuna sovrasti l’altra, creando nuovi trend e omaggiando le ere passate (anni ‘90 e 2000).
In Italia, invece, è difficile trovare un suono prettamente hip hop: pochi lo hanno plasmato senza imitare l’oltreoceano. Per questo si parla più spesso di rap italiano che di hip hop italiano.
Consigli musicali: 3 dischi rap italiani e 3 americani
Per chi vuole ascoltare il meglio del momento, ecco 6 album da non perdere:
- Rap italiano:
- “60hz II” di Dj Shocca
- “Penkiller” di Nerone
- “RANCH” di Salmo
- Rap USA:
- “Alfredo 2” di Alan the Alchemist & Freddie Gibbs
- “Let God Sort Em Out” dei Clipse
- “I Hope You’re Happy” di BigXthaPlug